Da buon tedesco con i paraocchi del Reihnheitsgebot, lo stile “Bière Blanche” (in francese) o “Witbier” (o anche tarwebier in fiammingo) mi è sempre sembrato sempre solo uno stile o fratello minore delle Weizen Bavaresi. Nulla di più lontano e sbagliato!
La parte del frumento non maltato e soprattutto la componente “Gruut” rendono questo stile altrettanto unico, dissettante, interessante e abbinabile. L’unica mancanza rispetto alle versioni tedesche è che le Weizen hanno “cugine”, ovvero delle variazioni sul tema come per esempio le Weissbock, Kristallweizen o le Dunkel Weizen.
Esistono Blanche che hanno fatto sì che lo stile ritornasse in voga, come la Célis 1966, dopo che lo stile era caduto praticamente nel dimenticatoio universale sin dal Medioevo); esistono Blanche capostipite dove il bicchiere risulta più importante del liquido e infine esiste la “Blanche di Steenbrugge”: una delle poche Blanche d’Abbazia, equilibrata, piacevole e soprattutto servita con un bicchiere tecnico, a calice, bicchiere che agevola l’impatto olfattivo.
Parte fondamentale del gruut (mistura di spezie) di una Bière Blanche sono il coriandolo, il curaçao, il chiodo di garofano e le bucce d’arancia secche. Chi, magari per risparmiare sugli ingredienti, sceglie di omettere una di queste spezie, deturpa fortemente uno stile classico e storico e gli toglie il famoso “equilibrio”, essenza vitale di ogni birra e stile. Chi poi, aggiunge una fetta di limone al bicchiere versato, storpia ulteriormente questo nobile stile. Il limone si usava alla fine del XIX secolo per coprire eventuali disfunzioni organolettiche createsi nel periodo estivo anche sulle Weizen. Lasciamo esprimere l’estro e la fantasia del mastro birraio senza aggiungere inutili ingredienti proprio come il limone o magari un eccesso di anidride carbonica se spillata alla spina!
Oggi la Bière Blanche è per me un’ alternativa più che valida di dissetamento in piena estate, grazie alla sua leggera acidità ed al suo contenuto più elevato e naturale di anidride carbonica (ca. 6,5 gr CO2/lt, più o meno come le Weizen; una Lager o Pils ne hanno solo 4,7-5,2 gr/lt) e agli aromi derivanti dal gruut, che la rendono anche piacevole sia al naso che al palato, fattore non da trascurare neanche in estate. In cucina, poi, i cuochi hanno una variegata scelta di utilizzo oltre che ad abbinamenti ideali con il pescato o dei formaggi caprini.
Prova subito la Steenbrugge Wit-Blanche!
HANS PETER HASSO
Ambassador Quality Beer Academy
Tutto nacque nel lontano 1982, quando il nostro Mastro Birraio, in un bar di cui era frequentatore abituale, fu avvicinato dal gestore del locale che, trovandosi in difficoltà con birra alla spina infetta e un impianto di spillatura tarato con troppa pressione, gli chiese: “Tu che sei tedesco, perché questa birra mi esce così brutta e maleodorante?".
Curiosi di sapere com'è finita? Non vi resta che scoprire la sua storia!